Big Data: una rivoluzione!

Big Data, una rivoluzione che trasformerà il nostro modo di vivere e già minaccia la nostra libertà

Big Data non è qualcosa di astratto o accademico invece stiamo parlando di di qualcosa che fa parte della vita quotidiana di tutti. Avete mai pensato al fatto che qualsiasi nostra azione, il click in un link piuttosto che in altro, ha un valore?  Big Data ci segue ogni volta che facciamo una ricerca su Google, ogni volta che i “cookies” immagazzinano informazioni sui siti che esploriamo su internet, ogni volta che compriamo un oggetto o un biglietto online, in ogni acquisto che facciamo con la carta di credito o con la carta sconto del supermercato, in ogni momento in cui lo smartphone che abbiamo addosso ci rende localizzabili e traccia i nostri spostamenti.

Ogni nostra azione e scelta fatta sul web lascia delle impronte digitali. Se pensate a contare quanti click ciascuno di noi fa al giorno e lo moltiplicate per il numero si persone utilizzano internet è facile capire perché questa enorme mole di dati è stata chiamata “Big Data”.Big Data

“Big” come il grande punto interrogativo sull’uso che aziende e governi potranno fare di quest’enorme massa di impronte digitali: invasione della privacy? Mappatura delle nostre esistenze minuto per minuto, clic dopo clic? Ecco perché dopo avere fatto una ricerca su Google il corrispondente proposto oppure proposta viene proposta su facebook, su amazon, etc.. La vostra ricerca ha acquisito immediatamente valore e viene sfruttata dai canali di ADV.

Anche gli annunci Google ADV che si trovano ormai in tantissimi siti propongono acquisti coerenti con la ricerca effettuata.

Stiamo assistendo al ribaltamento del metodo tradizionale della ricerca scientifica: non si parte da un campione di dati ma da tutti i dati, non si pesca con la lenza ma si va a strascico, non si cercano cause ma correlazioni. In buona sostanza, tutto viene targettizzato.

“Big Data lavora sulle percentuali, non sugli individui. Sui grandi numeri, non sui dati personali”.

Saremo degli zero-virgola in un oceano di terabyte, dei plancton nella pancia della balena dei motori di ricerca. E questa è la prospettiva più ottimista.