FaceTsapp: La fine della Legge sulla privacy?

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L’integrazione fra Facebook e Whatsapp dimostra i limiti della normativa europea sulla protezione dei dati personali. Che forse dovrebbe essere abrogata.

Facebook acquisisce Whatsapp e annuncia un’integrazione fra le due piattaforme che rende possibile far confluire le informazioni generate dagli utenti in un unico calderone. Inevitabili le preoccupazioni per la creazione dell’ennesimo accumulatore di dati espresse dal Garante dei dati personali italiano, opposte le reazioni degli utenti, improntate a un pragmatico «who cares ?» (chi se ne … ?).

Ma allora, viene da chiedersi, se un numero così consistente di persone decide, più o meno consapevolmente, di accettare il modo in cui funziona uno strumento, come può un’autorità pubblica decidere contro la volontà popolare? E che senso ha una normativa che è palesemente fuori dalla storia e dall’economia (attenzione, parlo della normativa, non della necessità di proteggere i dati personali, che esiste e che va tenuta assolutamente in considerazione)?

facetapp-privacyLe risposte più immediate arrivano da una delle citazioni che utilizzo più spesso a proposito di leggi da abrogare. E’ attribuita a Winston Churchill che, a proposito di un cartello “vietato fumare”, diceva: se due persone fumano sotto un cartello “vietato fumare” le multi. Se venti persone fumano sotto il cartello in questione chiedi loro di spostarsi. Se duecento persone fumano sotto un cartello “vietato fumare “, è ora di togliere il cartello.

Per quanto paradossale, questo aforisma si applica alla normativa sul trattamento dei dati personali che è stata  sostanzialmente disapplicata da decine di milioni di cittadini europei e me dunque, come il cartello “vietato fumare” di Churchill, dovrebbe essere eliminata.

Facciamo qualche esempio spicciolo. Su FaceTsapp transitano quotidianamente (e ora nelle mani di un unico soggetto) dati sensibili non solo relativi allo stato di salute, ma soprattutto afferenti a convinzioni politiche, filosofiche e religiose che dovrebbero essere trattati, secondo la normativa italiana, con il consenso scritto, cioè firmato, dell’interessato.

Ma questo evidentemente non accade. L’interessato, il soggetto cui si riferiscono i dati, ha il diritto di ottenerne la cancellazione a cura del titolare del trattamento. E chi è il “titolare del trattamento”? FaceTsapp, ma anche chi pubblica direttamente l’informazione.

Ottenere la cancellazionedi un dato personale è atto lasciato alla discrezione del gestore della piattaforma. Il consenso al trattamento dei dati personali deve essere prestato prima dell’avvio delle operazioni. Ma con il cambio delle regole di FaceTsapp, è l’utente a dover manifestare la sua contrarietà (cosiddetto “opt-out”) invece di prestare il consenso (“opt-in”) come vuole la normativa italiana.

Mentre da un lato una potente multinazionale ha moltiplicato di svariati ordini di grandezza la sua capacità di raccogliere dati su cittadini europei e italiani senza che l’autorità italiana di protezione dei dati abbia battuto ciglio, dall’altro una moltitudine di aziende me hanno la sola colpa di essere in Italia, sono costrette ad adempimenti burocratici e inutili, e vivono con la spada di Damocle di sanzioni per non avere rispettato “la legge sulla privacy”. Certo-potrebbe dire qualcuno – che il Garante non ha potuto far nulla! FaceTsapp è un’azienda americana e dunque le autorità italiane non hanno giurisdizione (in linguaggio umano, non hanno il potere di applicare la legge al di fuori dei confini nazionali)!

Non è esattamente vero perché in altri casi lo stesso Garante per la protezione dei dati personali si è già auto attribuito, sempre nei confronti di Facebook, il potere di intervenire oltreoceano.

Dunque, le autorità italiane possono e – di fronte alle preoccupazioni espresse pubblicamente – devono intervenire. Ma con quali conseguenze?

Pretendere di intervenire direttamente, senza passare da accordi internazionali, azioni giudiziarie o contatti politici, nelle scelte private di un’azienda extracomunitaria significa stabilire un principio che è come un’ascia bipenne: può essere utilizzato da tutti e due i lati. Tradotto: le autorità americane, o di qualsiasi altro Paese, potrebbero decidere di condizionare l’attività di aziende italiane che operano in Italia emanando ordini diretti nei loro confronti. Questa attitudine “globalista” è tipica di d1i ha capito poco di come si usa Internet: il fatto me azioni e reazioni si manifestano transazionalmente senza alcun controllo induce a pensare me confini di Stato, dogane e limiti territoriali non esistano più.

Ovviamente, questo non è vero, ma chi guarda il mondo tramite tm monitor Led non se ne rende conto. Nel frattempo, e in attesa che il Garante dei dati personali faccia qualcosa, gli utenti di FaceTsapp si sono auto-organizzati e hanno preso buona nota di come disabilitare l’incrocio di informazioni fra le due piattaforme. Certo, sarebbe interessante avere dati concreti sul numero di persone me sono effettivamente consapevoli di cosa sigrtifichi, in termini di invasione della vita privata, usare FaceTsapp, ma questo è un altro tema.

Il punto è, per quanto riguarda questo articolo, domandarsi a che serva, allora, un pachiderma giuridico quando – per tutelare la propria riservatezza – basta selezionare una casellina di un menù di configurazione.