Il servizio di cloud storage targato Google si è fatto attendere per lungo tempo. ma all’arrivo ho conquistato rapidamente milioni di utenti.
In questo articolo troverete tutti i segreti per sfruttare al meglio le sue funzioni.
Google Drive offre così tante funzioni da renderne difficile una definizione univoca: è di sicuro un servizio di cloud storage. ma attr averso la sua interfaccia si raggiungono anche le applicazioni Web dedicate alla produttività, riunite sotto la denominazione Documenti Google. Inoltre. La strettissima integrazione con gli altri servizi dell’azienda di Mountain View Lo rende un vero e proprio concentratore dei dati provenienti da più fonti e da più dispositivi. Nelle prossime pagine ne illustreremo tutte le funzioni, ne analizzeremo l’interfaccia e vi spiegheremo come sfruttarlo al meglio in diversi contesti.
Google Drive è un servizio recente, ma ha una lunga storia alle spalle: è stato lanciato il 24 aprile 2012, e ha compiuto da qualche mese i quattro anni di vita. Ln realtà, però, il suo sviluppo è iniziato molto tempo prima: grazie ad alcuni documenti a uso interno resi pubblici per errore, si è scoperto che Google stava lavorando su un servizio di memorizzazione remota fin dal marzo del 2006, quindi ben sei anni prima. Il prodotto era allora indicato semplicemente come GDrive, ma era accompagna to da considerazioni che evidenziavano una grande cautela: a quei tempi Google riteneva che l’infrastruttura tecnica delle connessioni a Internet non garantisse una banda sufficiente per erogare un servizio di alta qualità, capace di soddisfare le aspettative dei clienti. La qualità della connessione a Internet è un problema cruciale per chi vuole utilizzare un servizio di cloud storage: le linee Adsl, per non parla re delle tecnologie cellulari, offrono connessioni di tipo asimme trico, capaci di garantire velocità soddisfacenti in download ma molto meno performanti in upload, quando i file si muovono dal computer verso Internet. Fino all’avvento dei servizi di cloud storage, questa limitazione era di solito poco rilevante: i dati inviati verso la Rete erano pochi e di piccole dimensioni, come i messaggi di posta elettronica o eventualmente il flusso di informazioni relativo ai servizi peer to peer.
Ritornando al marzo 2006, la prudenza di Google era ancor più giustificata: all’epoca furoreggiavano servizi di storage online di tipo primitivo, pensati per condividere singoli documenti, che spesso venivano utilizzati come alte rnativa ai sistemi peer to peer per d istribuire file protetti da copyright.
Dovevano trascorrere ancora due anni prima del lancio di Dropbox, il primo servizio di cloud s torage consumer capace di ottene re un buon successo commerciale; Dropbox ha proposto una formula e un set di funzioni molto efficace, che è diventato lo standard di fatto con cui tutti i concorrenti devono ancor oggi misurarsi.
Il cloud storage consumer esplose nel giro d un paio d ‘anni: nell’agosto 2007 Microsoft lanciò i Windows Live Folders, antenati di skyDrive (oggi si chiama OneDrive), e l’anno successivo venne presentato Dropbox.
Google non rimase con le mani in mano, anche perché da qualche tempo aveva iniziato lo sviluppo della suite di produttività online Google Docs, che naturalmente offriva un sistema di memorizzazione remoto per i suoi documenti. All’ inizio del 2010 Google aggiunse a Docs una nuova funzione che perme tteva il salvataggio remo to
di file diversi da quelli generati dalle applicazioni Web, e l’anno successivo anche Apple entrò nel settore, rimpiazzando MobileMe con iCloud.
Nell stesso periodo, un’altra divisione di Google lavorava a Chrome OS, Il sistema operativo basato sul cloud.
Nel 2012 arrivò finalmente l’annuncio tanto atteso: Google Drive diventa una realtà, e offriva ben 15 Gbyte di spazio di memorizzazione per tutti gli utenti. Il nuovo servizio, come accade di solito con i prodotti di Google, era disponibile per tutti i possessori di un account Google, e partiva quindi fin dal primo giorno con una base di utenti potenziali molto ampia; il successo è stato immediato, e la sua popolarità è cresciuta senza soste: secondo l’ultimo dato diffuso dall’ azienda, gli utenti attivi di Drive sono oltre 190 milioni.
Per favorirne l’adozione, Google decise di spostare nel nuovo storage i documenti di Google Docs; presto i rapporti di forza tra i due servizi si sarebbero ribaltati, tanto che oggi la suite è percepita come una funzione (seppur importante) di Drive. Per molti mesi, Docs non ha neppure avuto una propria interfaccia per sfogliare i documenti memorizzati online; oggi la situazione è cambiata, perché l’indirizzo l’ indirizzo http://docs.google.com non è piu un semplice reindirizzamento a una pagina di Drive. La nuova interfaccia di navigazione ricorda quella di Drive, ma ci sono alcune differenze: ogni sezione mostra soltanto una specifica tipologia di documenti (testi, fogli di calcolo, presentazioni), e la pagina principale elenca solo i documenti più recenti, indipendentemente dalla loro posizione nel file systcm remoto. È una vista semplificata, che non vuole sostituire l’ interfaccia di Google Drive, ma è invece pensata per velocizzare l’accesso ai documenti di Docs.
L’INTEGRAZIONE TRA DOCS E DRIVE
Drive e Documenti sono due servizi strettamente interconnessi: quindi, non si può parlare di Docs senza Drive, poiché tutte le funzioni della suite di produttività sono state integrate all’interno del servizio di storage. Viceversa, non si può neppure valutare Drive senza Docs, cioè a nalizzare le funzioni di storage senza considerare anche l’ integrazione con le ottime applicazioni Web per l’ ufficio, in particolare dopo le ultime novità introdotte, che hanno finalmente portato in dote la capacità di modificare direttamente i formati di Mkrosoft Office, senza prima doverli convertire in documenti nativi di Docs.
Google Drive, dunque, è un prodotto con molte facce: può essere utilizzato come semplice deposito online di file e cartelle, magari sincronizzato tra più dispositivi. Oppure si può sfruttarlo come spazio di memorizzazione per i file di Google Docs, trascurandone completamente le funzioni di storage remoto, anche se, in questo caso, la num·a interfaccia del servizio è sicuramente più indicata. O ancora, può offrire la funzione di backup remoto per i dispositivi mobile, grazie all’ottima integrazione con Android, un altro elemento chiave nella grande galassia dei prodotti di Google.
Nei prossimi articoli Vi parleremo come sfruttare al meglio le potenzialità di Google Drive.