In Italia l’offerta dei provider Internet è a dir poco variegata e molto spesso anche carente su diversi fronti, in particolare in termini di prestazioni. Pochissimo operatori scrivono nel contratto un valore di Banda Minima Garantita (BGM) sufficiente a garantire una buona navigazione anche nel caso di rete congestionata. Infatti, si riscontrano differenze marcate sul fronte della velocità reale e della velocità effettiva.
L’offerta di tecnologie per accedere a Internet da un computer (o da uno smartphone per estensione) è molto ampia. Le tecnologie sono molte ed hanno tanti nomi diversi, al punto che può essere difficile che tipo di tecnologia adottiamo o siamo in procinto di adottare con un nuovo abbonamento.
L’arrivo della tecnologia successiva (DSL, che ha riqualificato le linee analogiche classiche) ha relegato oggi ISDN ad un ruolo “comprimario”, anche se ancora molte aziende utilizzano questo tipo di connessione in configurazioni molto avanzate fino a 2 Mega, per le telefonate o come connessione “d’emergenza”.
L’ADSL è stata la capostipite delle connessioni ad alta velocità (o broadband) su linea fissa.
Con l’arrivo dei contratti DSL era possibile far viaggiare i dati su frequenze separate usando sempre la presa telefonica di casa (linea analogica), con il risultato di non dover più tenere il telefono occupato: già solo questo fu quasi una rivoluzione per l’epoca, al di là del cospicuo aumento di velocità (tutt’ora in continuo aumento).
DSL sta per Digital Subscriber Line, ed indica una connessione di tipo digitale ad abbonamento. La sua forma più nota è ADSL, dove la A identifica la differenza prestazionale tra le velocità di download e quelle di upload (sempre a favore del download, ecco perché Asimmetrica).
I primi contratti ADSL offrivano una velocità massima pari a 640 Kbps, che nel periodo di transizione tra il Web 1.0 e il Web 2.0 segnarono una svolta epocale: si poteva scaricare di tutto e le pagine si aprivano al fulmicotone, anche quelle più pesanti.
I contratti inizialmente erano anche abbastanza costosi ma inferiori a quelli per una linea ISDN, e c’era un risparmio non trascurabile: ogni presa telefonica era già pronta a ricevere l’ADSL, si doveva solo configurare il modem e il filtro (indispensabile per separare il segnale ADSL dal segnale analogico per le telefonate).
L’arrivo di nuove forme di compressione e di sfruttamento di nuove frequenze su cavo analogico dopo il 2004 (ADSL2 e ADSL2+) ha portato all’incremento prestazionale che tutti noi conosciamo ed utilizziamo, con velocità massime al giorno d’oggi di 24 Mbps in download e 3,5 Mbps in upload (teoriche).
Abbiamo parlato di velocità teoriche, perché ADSL ha un tallone d’Achille non indifferente: utilizza i vecchi cavi analogici per trasmettere i dati (eredità tutti i problemi legati al mantenimento in qualità del rame, questo indica che una parte della trasmissione sarà giocoforza sullo stesso cavo analogico e sarà soggetta agli stessi problemi di una 56K (interferenze, distanza dalla centrale e degradamento della linea).
Non è un caso che nonostante sia la connessione più diffusa in Italia sia anche il principale motivo del digital-divide: nei grandi centri urbani si cambiano i cavi con grande regolarità e possiamo usufruire di velocità di connessione molto alte; nei piccoli centri abitati possiamo stipulare anche contratti ad 24 Mega e difficilmente raggiungeremo i 2 Mega, con ping mostruosamente alti perché troppo distanti dalla centrale telefonica e/o per cavi troppo vecchi.
Nonostante tutto è ancora adesso la tecnologia più utilizzata in ambito domestico per accedere ad Internet, grazie ai contratti flat (navigazione senza limiti di tempo e dati) e ai prezzi molto bassi per accedere ad un’offerta ADSL (anche solo 19€ al mese).
Le sue più recenti evoluzioni (VDSL) permettono di raggiungere i 52 Mega in download e i 12 Mega in upload, ponendosi in diretta concorrenza con la tecnologia a fibra ottica “pura”; purtroppo per poter usufruire della VDSL è richiesta l’installazione di un server (DSLAM) e della fibra ottica a monte delle case degli utenti, visto che VDSL è sfruttabile solo entro i 300 metri dal DSLAM, facendo sorgere problemi di natura logistica e di sicurezza oltre che di costi elevati di gestione.
Molti paesi europei stanno adottando VDSL perché riduce a zero il rischio d’interferenze e di sensibilità ai rumori tipica dell’ADSL e promette velocità paragonabili a quelle di una connessione a fibra ottica, con costi inferiori.
L’evoluzione più recente delle connessioni Internet è la fibra ottica: esso altro non è che un sottilissimo cavo dove i dati non viaggiano come impulsi elettrici (come invece capita con le tecnologie precedenti), ma come “punti di luce”, dove ogni punto di luce equivale ad un bit. Il cuore di questo cavo quindi è una sorta di “tubo di vetro” dove i dati luminosi viaggiano confinati ad elevatissima velocità.
È attualmente la migliore tecnologia per le connessioni di tipo digitale, nonché quella più costosa per via della messa in posa di nuovi cavi e nuove strutture per gestirla.
Il funzionamento è di per se semplicissimo: un’apparecchiatura alla centrale telefonica si occupa di convertire i segnali elettrici in segnali luminosi da inviare lungo la fibra, e viceversa per i segnali luminosi in arrivo, riconvertiti in segnali elettrici gestibili dal modem di casa.
Grazie all’elevata capienza di banda offerta da questo tipo di connessione, è possibile raggiungere una velocità teorica di oltre 100 Mega al secondo per le linee domestiche, spesso in parallelo (in configurazione FTTH) o in asimmetrica fino a 150 Mega in download (in configurazione FTTB).
Da notare che la configurazione FTTC è quella utilizzata per fornire la VDSL, con una parte in fibra ottica e la parte finale (distanza inferiore ai 300m) sul normale doppino di rame.
Le tecnologie in arrivo, che introdurranno nuove frequenze di trasmissione luminosa e nuove tecnologie di compressione, permetteranno in un futuro prossimo di disporre nelle nostre case di linee da 300 mega e più.
La tecnologia a fibra ottica è molto stabile, quasi del tutto immune alle interferenze e al deterioramento dei cavi (salvo strappi del nucleo di vetro) e offre velocità molto simili al valore contrattuale: se pagate per una 100 mega, avrete sempre più di 95 mega da sfruttare effettivamente, almeno in configurazione FTTH (il cavo di fibra ottica arriva fin dentro casa vostra al modem, senza intermediari in rame).
Il futuro è sempre più veloce e connesso, e questa velocità si muoverà lungo autostrade digitali battute in fibra ottica: già questa tecnologia è utilizzata per connettere i continenti da decenni ormai (velocità superiori ai 600 Giga al secondo), non resta che farla entrare nelle nostre case per mandare in pensione la cara e vecchia ADSL (occhio non la VDSL, che in parte sfrutta la fibra ottica).
Connessione satellitare (in uso)
Un cenno a parte merita la connessione satellitare, non ordinabile in ordine cronologico per via della sua stessa “natura”. Con connessione satellitare intendiamo un tipo di connessione stabilita tramite parabola con un satellite dedicato alla trasmissione dei dati.
La particolarità di questo tipo di connessione è data dal fatto in quasi tutte le offerte casalinghe con la parabola possiamo “solo” ricevere dati, non trasmettere.
Per il download possiamo usare la parabola (con velocità paragonabili alle connessioni ADSL) mentre per l’upload è richiesto l’allacciamento alla normale presa telefonica, con cui sfruttare il 56K (in disuso) o ISDN/ADSL per inviare i dati.
Questo porta ovviamente a ping molto alti, facendo perdere il vantaggio di usare il satellite (se devo comunque usare la presa telefonica, tanto vale usare solo quella!).
Le configurazioni “only sat” con parabola ricetrasmittente costano moltissimo e sono offerte solo nelle zone dove non c’è alcun tipo di presa telefonica sfruttabile (deserti o montagne per esempio), con velocità discrete (fino a 8 Mega).
Una tecnologia che in Italia non ha preso molto piede, anche grazie alla crescita costante della velocità sulle linee analogiche e l’arrivo del WiMax, ma che ancora adesso è sfruttata nelle zone difficilmente raggiungibili da un cavo.
WiMax e HyperLAN
Anche se parliamo di connessioni di tipo wireless, WiMax e H-LAN rientrano a tutti gli effetti tra le connessioni “fisse”, legate quindi a contratti flat per le utenze domestiche.
Con questo tipo di connessione sfrutteremo le onde elettromagnetiche in maniera simile al WiFi domestico, ma su lunghe distanze: gli utenti con seria difficoltà a connettersi in zone digitalmente divise possono cosi connettersi senza usare la linea analogica ma sfruttando connessioni senza fili.
Di solito la tecnologia è predisposta con due apparati separati.
Abbiamo un modem-antenna posizionato nel punto più alto della casa (spesso sull’antenna della televisione) cosi da avere visuale per puntare sull’antenna BTS dell’operatore (di solito distante svariati Km); il modem-antenna è collegato via cavo ad un router interno che smista il segnale via Ethernet o WiFi per tutta la casa.
Nonostante i tentennamenti iniziali e le difficoltà a smistare la banda a tutti gli utenti su distanze così elevate, la tecnologia ha subito una buona evoluzione, diventando un punto di riferimento per le zone più remote dell’Italia e del mondo.
Attualmente è una più che valida alternativa al satellite, con velocità simili (intorno ai 7 Mega in download e 1 Mega in upload) e prezzi molto più bassi.
L’ultima evoluzione di tale tecnologia permette di sfruttare LTE (4G) al posto del segnale WiMax, con notevole incremento di velocità e copertura.
Per ora terminiamo qui la nostra panoramica sulle connessioni fisse; nel prossimo articolo vedremo invece tutti i tipi di connessioni Internet wireless riservati alla connettività mobile.