Le periferiche di streaming targate Google si sdoppiano: trasmettere non solo alla Tv ma anche agli altoparlanti.
Chromecast la soluzione (e rivoluzione) targata Google arriva alla seconda generazione. A poco più di due anni di distanza dal primo modello (am1unciato sul mercato americano a luglio 2013, ma arrivato nel nostro paese solo nel marzo 2014) Google raddoppia, presentando una seconda generazione profondamente rivisitata e un secondo dispositivo completamente nuovo.
Se il primo modello era progettato per portare in streaming sul televisore una serie di contenuti normalmente fruiti tramite smartphone o tablet, proponendo a tm costo abbordabile a tutti la possibilità di trasformare il proprio televisore in una vera e propria Smart Tv, la seconda generazione Chromecast si pone obiettivi ancora più ambiziosi. Due i modelli
proposti, caratterizzati da un fattore di forma inusuale e di sicuro impatto e da funzionalità molto diverse: Chromecast e Chromecast Audio.
Il primo rappresenta l’evoluzione naturale del suo predecessore, un prodotto dotato di connessione Hdmi con funzioni di condivisione avanzate. Esteticamente le differenze sono evidenti e, soprattutto, funzionali. A differenza del predecessore il c0nnettore Hdmi non è più integrato, ma esterno e dotato di un piccolo cavo di prolunga che ne permette l’inserimento in tutti gli schermi dotati di tale interfaccia senza però ostruire la connessione di altri prodotti. Nella parte opposta è presente un com1ettore micro Usb 2.0 per l’alimentazione (in dotazione alimentatore da 1A e cavo) e il pulsante di accensione, affiancato da un led di stato.
Il suo utilizzo è legato al televisore e dopo la procedura ci configurazione è possibile inviare al Chromecast lo streaming video direttamente dalle app dedicate o da quelle che hanno implementato l’interfaccia Cast. Non è possibile comandare direttamente il prodotto, che non funziona come un normale media player.
Non ha in dotazione un telecomando o un’interfaccia utente direttamente accessibile, ma permette solo di trasmettere contenuti avviati da un sistema esterno. Sotto questo punto di vista il suo utilizzo è identico al predecessore e dipende nello specifico dalle applicazioni compatibili.
Il secondo modello si focalizza invece su un segmento di mercato non del tutto nuovo per Google, approcciato però in maniera molto diversa e decisamente più dinamica. Il Chromecast Audio rappresenta infatti la soluzione Google per lo streaming audio su dispositivi tradizionali, dotati di input tramite jack da 3,5 mm, via Rea o anche con c0nnessione ottica. Lo scopo del prodotto è quello di permettere lo streaming remoto su Hi-Fi domestici, su altoparlanti portatili o su altri prodotti del genere, il tutto senza la necessità di collegare fisicamente il proprio smartphone o tablet al dispositivo.
In questo caso forma e dimensioni non cambiano, anche se Google ha voluto inserire un tocco molto particolare (e simpatico) che lo distingue dal Chromecast Video: sulla superficie, attorno al logo del prodotto, sono infatti riprodotti i classici solchi dei dischi in vinile, che sottolineano la vocazione audiofila. Anche le connessioni sono, ovviamente diverse, in questo caso nessun connettore integrato, ma un jack multifunzione da 3,5 mm che permette però uscite multiple.
In dotazione è presente un cavo a doppio jack da 3,5 mm lungo circa 15 cm, mentre come accessori opzionali si possono trovare adattatori per connettori Rca o per cavi audio ottici (la porta contiene al suo interno il meccanismo di trasmissione ottica). Inalterato il resto: un piccolo pulsante per l’accensione affiancato da un led di stato e da una porta micro Usb 2.0 per l’alimentazione. Anche in questo caso è in dotazione l’alimentatore Usb da 1 ampere.
Il funzionamento è speculare per i due prodotti, così come il setup iniziale che prevede l’installazione su smartphone o tablet di un’app specifica (sono supportati tutti gli Android con sistema operativo KitKat 4.4 o successivo, iPhone o iPad con iOS 7.0 o successivo e Chromebook con Chrome 28 o successivo).
Presenti anche il supporto a sistemi desktop o notebook, sia Windows sia Mac, che siano dotati del browser Google Chrome. Manca invece il supporto ufficiale a terminali Windows Phone.
Da notare la modalità ospite, che rappresenta probabilmente mio dei veri punto di forza del prodotto. Il Chromecast permette infatti di combinare la wireless interna con quella domestica, permettendo agli ospiti di accedere diretta mente a quella del prodotto e condividere contenuti audio senza passare per quella di casa. In questo modo possono accedere al Chromecast più di Lm dispositivo per volta, consentendo un vero e proprio sharing musicale condiviso 11 setup inziale è davvero semplice.
Una volta avviata l’applicazione essa si accorgerà della presenza di uno (o più) dispositivi Chromecast nelle vicinanze (che generano mia rete wireless propria per la fase di installazione). Una volta selezionato l’accoppiamento avverrà in pochi istanti, così come l’avvio della configurazione vera e propria, che consiste in Lm test audio e, successivamente, ali’ inserimento delle credenziali della rete Wi-Fi comLme ai due, quella alla quale si com1etterà autonomamente il Chromecast senza più la necessità dell’applicazione dedicata. I dispositivi, ricordiamolo, sono infatti oggetti più avanzati rispetto a normali media player, che ricevono i contenuti da LLil dispositivo locale e li riproducono. Il concetto di “cast”, ripreso anche dal nome prodotto, indica che i contenuti vengono solo lanciati da smartphone o tablet, ma vengono in realtà scaricati dalla rete direttamente dal prodotto.
Esempio pratico un video su Youtube: quando inviato dallo smartphone sul Chromecast quest’ultimo accederà all’indirizzo del video via Internet e lo trasmetterà direttamente, senza che il dispositivo di partenza sia interessato da un qualm1que flusso dati. Le applicazioni disponibili sono nel complesso limitate come numero assoluto, ma rappresentano
il meglio disponibile nel panorama mondiale relativo ai contenuti audio/video. Parliamo di tutto l’ e cosistema Google (Youtube, Film, Play Musi.e, Docmnenti e praticamente tutte le alh·e), oltre che Netflix, Twich, Spotify, Deezer, Plex, Infinity e tantissime altre.
Il hmzionamento dei prodotti è buono, e rappresentano due oppornmità per due ambiti d’uso diversi. Il primo dispositivo
è la scelta più economica e razionale per h·asformare il proprio schermo o televisore in Lma vera e propria Smart Tv connessa alla rete, mentre il secondo porta lo streaming audio a tutti i giovani che amano ascoltare i propri brani in compagnia degli amici, potendo contare su diffusori finalmente più potenti di uno smartphone condividendo senza fili la propria musica preferita.